GLI APPRENDIMENTI
E’ possibile iniziare a monitorare e predire lo sviluppo degli apprendimenti prettamente scolastici già a partire dall’ultimo anno della scuola materna andando a valutare i prerequisiti. Esistono infatti alcuni indicatori di rischio che contribuiscono a favorire l’individuazione precoce dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento quali:
Se si dovessero riscontrare alcune differenze nell’apprendimento di un bambino rispetto ai compagni sarebbe opportuno sottoporlo, già in 1° elementare, ad un controllo al fine di valutare se si tratta di un semplice ritardo di insediamento delle abilità, che si stanno però sviluppando in maniera tipica, o se sia necessario iniziare ad intervenire con un piano di trattamento riabilitativo volto ad insediare, stabilizzare o automatizzare competenze a seconda dello stadio in cui si trova il bambino in quel preciso momento rispetto ad un’abilità specifica.
Non è detto che necessariamente un bambino che risulti a rischio nelle prime fasi di apprendimento approdi poi ad un quadro di “Disturbo Specifico di Apprendimento” (DSA).
A seconda dei livelli di modificabilità del quadro, in risposta ai trattamenti proposti, si procede o meno con la formulazione di una diagnosi specifica (che comunque non è possibile emettere prima della fine della 2° elementare) che consenta al bambino di poter essere tutelato nel suo percorso scolastico usufruendo di strumenti compensativi e di misure dispensative oltre che di potenziare e compensare al massimo le sue abilità tramite percorsi riabilitativi progettati sulla base del suo profilo specifico di funzionamento.
Per quanto concerne il contesto italiano nel Gennaio 2007 tramite la Consensus Conference (apri collegamento) sono state redatte le “Raccomandazioni per la pratica clinica sui disturbi specifici dell’apprendimento.”
Tale documento ribadisce che il principale criterio necessario per effettuare diagnosi di DSA è quello della “discrepanza” tra il livello di competenza (che per poter effettuare una diagnosi clinica deve risultare significativamente deficitario rispetto ai dati normativi definiti in base all’età e alla classe frequentata) nell’abilità specifica considerata (lettura, scrittura, abilità matematiche..) e il livello di competenza cognitiva.
Benché non sia possibile effettuare diagnosi prima di avere raggiunto un certo livello di scolarità (fine seconda elementare per la dislessia e la disgrafia e fine terza elementare per la discalculia) poiché prima i processi non risultano ancora completamente automatizzati, se ci si accorge che un bambino sta incontrando particolari difficoltà rispetto ai coetanei, sarebbe opportuno fare un controllo al fine di verificare se e in che maniera si discosta dalla norma.
Come ribadito più volte in questo contesto, lo scopo della neuropsicologia dello sviluppo è proprio quello di tracciare dei profili di sviluppo nelle varie fasi evolutive per capire se lo sviluppo di una determinata funzione si discosta solo lievemente, a livello temporale, rispetto allo sviluppo tipico ma sta evolvendo secondo le fasi attese e si può quindi ipotizzare una risoluzione spontanea, o se siamo in presenza di uno sviluppo atipico o di un arresto di competenze.
Per potere disambiguare le varie ipotesi prognostiche è fondamentale fare dei controlli periodici che permettano di verificare la modificabilità del quadro e, ovviamente, tanto più precocemente si comincia il monitoraggio, tanto più tempestivamente può partire un intervento riabilitativo nel caso in cui non si verifichi una risoluzione spontanea, con una maggiore probabilità di ottenere dei miglioramenti significativi in modo da permettere a tutti i bambini di affrontare in maniera serena il percorso scolastico creando una rete funzionale tra famiglia, scuola e psicoterapeuta di riferimento.
Pur tenendo presente che da un disturbo specifico dell’apprendimento non si guarisce, è fondamentale focalizzare l’attenzione sul fatto che i bambini che ne sono affetti sono bambini cognitivamente prestanti, che sono in grado di appropriarsi di strategie compensative di cui si possono avvalere nello svolgimento delle varie attività didattiche e che è dimostrato scientificamente che i trattamenti riabilitativi volti al potenziamento delle competenze apportano miglioramenti significativi anche fino alla fine del secondo ciclo della scuola primaria.
L’obiettivo della neuropsicologia dello sviluppo è quindi di riabilitare e potenziare al massimo le competenze di base prima di ricorrere a strumenti dispensativi in modo da favorire al massimo l’autonomia degli individui. Sul sito dell’Associazione Italiana Dislessia “AID” (apri collegamento) è possibile trovare tutta la normativa, gli eventi in programma e tutti gli aggiornamenti relativi ai DSA.