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“Mio figlio è dislessico. La diagnosi è recente e io e mio marito non sappiamo come muoverci. Ci siamo informati e abbiamo letto che c’è chi suggerisce di procedere con gli strumenti compensativi e dispensativi e chi invece promuove l’utilità e l’efficacia dei trattamenti riabilitativi."
Optando poi per l’intervento riabilitativo si pone non solo il problema di quale tipo di trattamento effettuare ma anche di definirne le modalità e la frequenza.
Quali devono essere la durata e la frequenza perché possa essere efficace?
Per un genitore i quesiti non finiscono mai... Una volta che si è deciso di procedere con un trattamento riabilitativo si pone il problema di definirne una frequenza ed una durata, che possano dare dei risultati significativi e che, al contempo, siano compatibili con l’organizzazione famigliare.
In linea di massima è possibile affermare che qualsiasi tipo di trattamento sortisce degli effetti a livello qualitativo ma, in ambito riabilitativo, perché un percorso possa essere ritenuto efficace, è necessario che gli esiti siano clinicamente significativi (ossia che siano superiori a quelli che si sarebbero ottenuti tramite l’evoluzione spontanea) e generalizzabili.