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Conosciamoci...

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Conosciamoci... vi racconto brevemente il percorso che mi ha portata ad occuparmi di Neuropsicologia dello Sviluppo.

Io sono una Psicologa Psicoterapeuta di Parma specializzata in “Neuropsicologia dello Sviluppo”. Questa terminologia, che può impressionare i genitori e risultare piuttosto complessa, in realtà sta semplicemente ad indicare quella branca della psicologia che valuta l’evoluzione delle singole funzioni, siano esse il linguaggio, le abilità motorie, i disturbi dell’apprendimento, la qualità del pensiero logico o le funzioni trasversali (attenzione, memoria, pianificazione…) e permette di intervenire sulle traiettorie di sviluppo naturali, con trattamenti mirati che vengono monitorati e modificati tramite verifiche periodiche.

Prima di entrare nel merito della mia professione, come mamma, vi vorrei raccontare la mia storia per farvi capire da dove nasce la passione per il mio lavoro e aiutarvi a considerare sotto una luce diversa la possibilità di un eventuale consulenza per i vostri figli. Mi sono laureata presso l’Università di Padova in “Psicologia Clinica”. Spinta dal mio amore per i bambini, ho svolto il mio tirocinio post-laurea presso la Neuropsichiatria Infantile di Parma, nel polo neuro-funzionale, dove mi sono appassionata a questa branca della psicologia. Nell’anno di tirocinio ho frequentato un Master Universitario in “Programmazione ed interventi nelle disabilità”. Successivamente mi sono specializzata in Neuropsicologia dello Sviluppo presso l’Accademia di Parma (ANSvi), in cui lavoro dal 2010 come didatta. Negli anni di specializzazione ho anche lavorato come psicologa nel progetto di prevenzione del disagio scolastico “Prove di Volo”, promosso dal Comune di Parma. Questa esperienza mi ha dato l’opportunità di sperimentarmi in quanto parte integrante della realtà scolastica, entrando spesso nelle classi e partecipando alle programmazioni degli insegnanti e ai consigli di classe. In quegli stessi anni ho realizzato, insieme alle attuali responsabili del servizio “Laboratorio compiti AID”, non che mie care amiche, il primo doposcuola sperimentale promosso dall’AID di Parma. Da gennaio 2010 ho aperto insieme ad una collega psicologa e psicoterapeuta con la mia stessa formazione uno studio di Neuropsicologia dello Sviluppo. L’esigenza di avvalerci di un’equipe multiprofessionale in cui poterci confrontare periodicamente al fine di fornire il percorso più funzionale ad ogni nostro paziente, ci ha portate ad aprire insieme alla collega logopedista, con cui in precedenza collaboravamo a distanza, un nuovo studio di Neuropsicologia e Logopedia dell’età evolutiva in cui, tra i collaboratori figurano anche una psicologa che si occupa degli aspetti psico-emotivi e una neuropsichiatra infantile.  La passione per la neuropsicologia dello sviluppo scaturisce da una commistione di fattori. Primo fra tutti la soddisfazione che si prova nel promuovere il benessere psicologico dei nostri piccoli e giovani pazienti fornendo loro percorsi per potenziare le loro fragilità e incrementare la loro autostima.  

Sono molto frequenti infatti i casi di bimbi anche molto piccoli con disturbi del linguaggio che tendono ad isolarsi a causa delle difficoltà comunicative o di ragazzini più grandi con difficoltà negli apprendimenti che perdono fiducia in se stessi e iniziano a disinvestire perché sono intelligenti e assolutamente consapevoli delle loro fragilità che non riescono a spiegarsi e ad accettare. La sensazione che si prova nel sentirsi raccontare dai genitori che i figli hanno ripreso ad andare all’asilo o a scuola con il sorriso e la motivazione con cui li vedi arrivare in studio è estremamente appagante.  

L’altro motivo per cui mi sono appassionata proprio di questa branca della psicologia è rappresentato dal fatto che in questo ambito, al contrario di altri rami della psicologia, è possibile un monitoraggio rigoroso dei percorsi proposti che garantisce ai nostri pazienti un servizio professionale e metodico.

Infatti, partendo da una valutazione accurata del profilo globale di sviluppo di un bambino, è possibile rimandare al genitore se il sintomo portato costituisce una difficoltà oggettiva che necessita di un trattamento riabilitativo o se la variazione riscontrata rispetto ai coetanei può comunque rientrare nell’ampia variabilità inter-individuale e quindi sia sufficiente un monitoraggio nel tempo. Inoltre, nel caso in cui venga intrapreso un percorso riabilitativo, se ne condivide dall’inizio la durata con i genitori definendo a priori un termine in cui verrà fatto un controllo che permetterà di verificarne l’efficacia. In base ai risultati ottenuti si potrà optare per una sospensione definitiva (se le difficoltà sono rientrate o se si è comunque raggiunto il massimo livello possibile o qualora sia necessario intraprendere un altro tipo di percorso) o temporanea (qualora sia possibile e/o necessario ottenere livelli maggiori di padronanza). Concludendo, come avrete potuto dedurre dalle mie parole, mi ritengo molto fortunata perché svolgo un lavoro appagante, all'interno di un'equipe multiprofessionale composta da colleghe che stimo molto, che mi permette di promuovere il benessere di altre persone operando in maniera metodica a tutela degli interessi dei miei pazienti e della mia professionalità. 

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