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Il bimbo non parla… che fare?

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E’ solo pigrizia…
Prima o poi parlerà…
Ogni bambino ha i suoi tempi ma forse sarebbe meglio richiedere una consulenza…

Relativamente al linguaggio, i dubbi e le perplessità dei genitori sono anche maggiori rispetto alle difficoltà scolastiche… “Il mio bimbo non parla, parla poco, parla ma non si riesce a capire cosa dice...” che fare?

I genitori che arrivano in consulenza spesso sono confusi perché hanno ricevuto suggerimenti contrastanti... ”E’ solo pigrizia…”, “Prima o poi parlerà…”, “Ogni bambino ha i suoi tempi ma forse sarebbe meglio richiedere una consulenza…”.

Assolutamente falsa la prima affermazione “E’ solo pigrizia…”. Il linguaggio è un’abilità di base che si sviluppa spontaneamente. Al giorno d’oggi i bambini sono iperstimolati dall’ambiente esterno e, se tutto fila liscio, il linguaggio di sviluppa precocemente e correttamente. Se un bambino non parla o parla male non si tratta certamente di pigrizia.

Possibile la seconda affermazione, “Prima o poi parlerà…”, ma quel “poi” non può essere un tempo infinito perché esistono delle finestre evolutive entro cui si dovrebbero sviluppare gli apprendimenti di base (per informazioni più tecniche vedere le informazioni sul sito) ed oltre le quali si rischia poi di dover intervenire in situazioni di emergenza. Nel caso del linguaggio il tempismo è particolarmente importante perché, essendo la base su cui si sviluppa l’apprendimento delle abilità di lettura e scrittura, all’ingresso alla scuola elementare dovrebbe essere strutturato adeguatamente.

Verissima la terza affermazione “Ogni bambino ha i suoi tempi ma forse sarebbe meglio richiedere una consulenza…”. Infatti in alcuni bimbi che presentano un ritardo di esordio del linguaggio si verifica poi quella che viene definita “un’esplosione tardiva del vocabolario”, che si risolve con la totale normalizzazione della funzione linguistica senza il ricorso a trattamenti logopedici. E’ risaputo inoltre che ci sono bambini più precoci in ambito motorio e bimbi più abili in ambito linguistico ma, quando si riscontrano differenze rispetto ai coetanei, è bene iniziare a monitorare lo sviluppo del linguaggio (quanti e quali suoni produce un bambino e come li utilizza per pronunciare le parole) per poter individuare precocemente eventuali disturbi, ed intervenire con i più idonei trattamenti logopedici, in modo da risolvere le difficoltà prima dell’ingresso alla scuola elementare.

I genitori che ci contattano, oltre ad essere confusi, sono combattuti perché vorrebbero evitare di sottoporre il bambino ad uno stress inutile portandolo a fare una valutazione del linguaggio, ma contemporaneamente sono preoccupati perché si rendono conto delle differenze rispetto agli altri bimbi, e temono di sottovalutare un problema perdendo tempo.

Troverete ovvio il fatto che una persona come me, che quotidianamente si occupa principalmente di valutazioni sullo sviluppo delle funzioni in età evolutiva, suggerisca di procedere con un consulto nel caso in cui si abbia l’impressione che lo sviluppo del linguaggio del proprio bimbo sia diverso da quello dei coetanei.

Tenete presente che i bambini sono intelligenti e sono assolutamente consapevoli delle loro difficoltà. Non è facendo finta che il problema non esista che tutelerete il loro benessere psicologico.  Spesso arrivano in consulenza per sospetto “disturbo generalizzato dello sviluppo”, più comunemente conosciuto come autismo, bambini che in realtà presentano un disturbo del linguaggio e che, proprio perché, pur essendo molto piccoli, si rendono conto di non riuscire a farsi comprendere dagli altri e, come difesa, tendono ad isolarsi ed a ritirarsi dalle relazioni nel tentativo di nascondere il loro punto debole. Un altro punto che tengo a chiarire è che le valutazioni vengono fatte in situazioni assolutamente non invasive. L’esaminatore deve essere certo che i dati raccolti rappresentino le reali potenzialità e perché ciò sia possibile il bambino si deve trovare nelle migliori condizioni psico-emotive. La prassi del nostro Studio prevede che la prima visita, in caso di consulenza per ritardo di esordio del linguaggio in bambini molto piccoli, venga fatta dalla psicologa e dalla logopedista, che raccoglieranno l’anamnesi, ossia i dati relativi alla storia del bambino, e chiederanno ai genitori di compilare un questionario relativo alle modalità comunicative del bambino (gesti, suoni, parole prodotte e comprese). La valutazione viene eseguita in una seduta di gioco con uno dei due genitori, che viene monitorata da un’altra stanza e registrata. La logopedista successivamente trascriverà tutte le produzioni del bambino ed effettuerà un esame del linguaggio. Nel caso in cui sia necessario approfondire altri aspetti la logopedista e/o la psicologa entreranno nella stanza e proporranno alcune prove al bambino, se molto piccolo in presenza dei genitori, sotto forma di gioco.

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