E’ solo pigrizia…
Prima o poi parlerà…
Ogni bambino ha i suoi tempi ma forse sarebbe meglio richiedere una consulenza…
Relativamente al linguaggio, i dubbi e le perplessità dei genitori sono anche maggiori rispetto alle difficoltà scolastiche… “Il mio bimbo non parla, parla poco, parla ma non si riesce a capire cosa dice...” che fare?
I genitori che arrivano in consulenza spesso sono confusi perché hanno ricevuto suggerimenti contrastanti... ”E’ solo pigrizia…”, “Prima o poi parlerà…”, “Ogni bambino ha i suoi tempi ma forse sarebbe meglio richiedere una consulenza…”.
Conosciamoci... vi racconto brevemente il percorso che mi ha portata ad occuparmi di Neuropsicologia dello Sviluppo.
Io sono una Psicologa Psicoterapeuta di Parma specializzata in “Neuropsicologia dello Sviluppo”. Questa terminologia, che può impressionare i genitori e risultare piuttosto complessa, in realtà sta semplicemente ad indicare quella branca della psicologia che valuta l’evoluzione delle singole funzioni, siano esse il linguaggio, le abilità motorie, i disturbi dell’apprendimento, la qualità del pensiero logico o le funzioni trasversali (attenzione, memoria, pianificazione…) e che permette di intervenire sulle traiettorie di sviluppo naturali, con trattamenti mirati che vengono monitorati e modificati tramite verifiche periodiche.
Prima di entrare nel merito della mia professione, come mamma, vi vorrei raccontare la mia storia per farvi capire da dove nasce la passione per il mio lavoro e aiutarvi a considerare sotto una luce diversa la possibilità di un eventuale consulenza per i vostri figli.
“Mio figlio è dislessico. La diagnosi è recente e io e mio marito non sappiamo come muoverci. Ci siamo informati e abbiamo letto che c’è chi suggerisce di procedere con gli strumenti compensativi e dispensativi e chi invece promuove l’utilità e l’efficacia dei trattamenti riabilitativi."
Optando poi per l’intervento riabilitativo si pone non solo il problema di quale tipo di trattamento effettuare ma anche di definirne le modalità e la frequenza.
Quali devono essere la durata e la frequenza perché possa essere efficace?
Per un genitore i quesiti non finiscono mai... Una volta che si è deciso di procedere con un trattamento riabilitativo si pone il problema di definirne una frequenza ed una durata, che possano dare dei risultati significativi e che, al contempo, siano compatibili con l’organizzazione famigliare.
In linea di massima è possibile affermare che qualsiasi tipo di trattamento sortisce degli effetti a livello qualitativo ma, in ambito riabilitativo, perché un percorso possa essere ritenuto efficace, è necessario che gli esiti siano clinicamente significativi (ossia che siano superiori a quelli che si sarebbero ottenuti tramite l’evoluzione spontanea) e generalizzabili.